SUZUKA 2000: L'ALBA VINCENTE DI MICHAEL

SUZUKA 2000: L'ALBA VINCENTE DI MICHAEL

Ci sono delle date che entrano nella storia di ognuno di noi, una di quelle che anche a distanza di anni ricordi perfettamente dov'eri e con chi eri. E sicuramente quell'8 ottobre 2000, alla luce anche dei magri risultati di oggi, è una di quelle per tutti i tifosi ferraristi.

in quell'intensa stagione la Ferrari è in corsa per l'iride per la quarta volta consecutiva, la terza per quanto riguarda Schumacher. Ogni anno è un colpo al cuore, perché tra polemici incidenti, gomme bucate e dubbi più o meno legittimi il titolo è sempre andato all'avversario, prima Villeneuve con la Williams e poi Hakkinen con la McLaren; in quell'anno non è che sia andata tanto meglio: la rossa si dimostra la vettura da battere per tutta la primavera, ma all'arrivo della bella stagione il vento cambia improvvisamente, e da quasi venti punti di vantaggio il tedesco di Maranello si ritrova dopo il gran premio del Belgio e quella batosta presa sul Kemmel sul filo dei 300 km/h a meno 6 in classifica.

Monza e il suo pubblico tendono una grande mano che aiuta Schumacher a rialzarsi, mentre Indianapolis rende quello che sfortunati incidenti alla partenza a Zeltweg e Hockenheim gli hanno tolto; nel giro di due appuntamenti la situazione si è capovolta, con il Kaiser che si presenta a Suzuka con 8 punti di vantaggio su Hakkinen. Le qualifiche sorridono al tedesco. Non di molto, perché 9 millesimi sono una questione di centimetri, ma è comunque una pole che fa morale. La partenza però è l'esatta fotocopia di quella dell'anno scorso, con il finlandese che supera il rivale della Ferrari; a differenza dell'anno scorso però il pilota della rossa rimane attaccato alla freccia d'argento, con i due contendenti che staccano tutti quasi fossero loro i padroni assoluti della pista. Il primo giro di soste non cambia le posizioni, anche perchè la strategia di Ross Brawn prevede di imbarcare più carburante.

Come previsto, Hakkinen si ferma prima ai box. Da quel momento Schumacher ha tre giri a disposizione per sfruttare la vettura più leggera e dare tutto. Il secondo pit stop del tedesco dura solamente sei secondi; ciò che lo permette è la perfetta danza coordinata dei meccanici, non un piede fuori posto; a tredici giri dal termine il Kaiser esce dai box davanti al finlandese. Cominciano così i tredici giri più lunghi di tutta la storia Ferrari. Nell'ultimo giro i pensieri dei tifosi sono rivolti a quei 21 lunghi anni di digiuno: il drammatico 1982, i motori in fumo di Alboreto nel 1985, le speranze finite nella sabbia a Suzuka nel 1990 e i difficili anni della ricostruzione di Todt e Montezemolo. Tutto questo diventa un lontano ricordo al calare della bandiera a scacchi, quando in un colpo solo vengono spazzati via 21 anni di digiuno Ferrari.

C'è una generazione intera di tifosi che per la prima volta vede il Cavallino Rampante scalare le vette e salire la vetta del mondo del Motorsport, tifosi ormai adulti che rivivono il loro sogno da bambini. E tutto questo grazie a un grande pilota e una grande personalità che manca a un sacco di noi: il Kaiser Michael Schumacher.

Scritto da Diego Romano
Foto: Formula1.com

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