MCLAREN IMPRENDIBILE, FERRARI NAUFRAGA

MCLAREN IMPRENDIBILE, FERRARI NAUFRAGA

Red Bull e Mercedes smascherate da una Williams distratta dal 2026

Il GP di Miami 2025 ha messo a nudo le fragilità dei team di vertice tradizionali. Se da un lato la McLaren ha confermato la propria superiorità con una prestazione dominante e chirurgica, dall’altro Red Bull, Mercedes e soprattutto Ferrari hanno mostrato crepe profonde, tecniche e strategiche. Ma a rendere questo quadro ancora più impietoso è stata la Williams, capace di inserirsi nei piani alti della classifica sia al sabato che alla domenica.

McLaren: la perfezione nascosta nella semplicità

Oscar Piastri ha condotto una gara magistrale, prendendosi la leadership al 15° giro con un sorpasso pulito su Verstappen e costruendo la vittoria giro dopo giro, senza mai forzare oltre il necessario. Il suo ritmo è stato impeccabile, con variazioni minime anche nei momenti di traffico. Un controllo totale, garantito da un assetto bilanciato, e da un sorpasso ben costruito su Verstappen in curva 1.

Lando Norris ha completato la doppietta gestendo la seconda parte di gara, dopo essersi ritrovato P6 all’inizio della gara.
Questa squadra non vince solo per prestazione: vince per metodo. 2 anni fa a maggio era doppiata, l’anno scorso ha iniziato a vincere, quest’anno domina. Tutto a Miami.

Red Bull: si può essere contenti?

Parlare di crisi per una squadra che ha portato a casa un quarto posto potrebbe sembrare eccessivo. Ma il punto non è tanto il risultato quanto il modo in cui è arrivato. Max Verstappen ha fatto il massimo, ma non è mai stato realmente in corsa per la vittoria. Ha preso la testa nei primi giri, ma ha iniziato a perdere passo già dal decimo giro. Quando Piastri lo ha superato, non ha potuto opporre reale resistenza. 

Da quel momento, il ritmo di Max è sceso progressivamente distante circa 6 decimi dal passo McLaren. Ma la parte più inquietante per il box Red Bull è arrivata nel secondo stint: anche con gomme hard fresche, la RB21 non ha mai avuto trazione sufficiente in uscita di curva e ha sofferto un sottosterzo cronico nelle sezioni lente.

La vettura, che fino a pochi mesi fa era il riferimento assoluto, oggi appare pesante, poco reattiva e molto sensibile al degrado. I continui aggiornamenti sembrano aver appesantito il bilanciamento, senza risolvere i problemi strutturali di gestione gomme. L’aggiornamento diImola su cui tanto credono, dovrà davvero fare un miracolo per recuperare terreno sulla papaya, perché Miami ci ha dimostrato, che dove si può passare, la battaglia sia persa in partenza.

Mercedes: solo Russell si salva (grazie alla vsc)

George Russell ha fatto il suo. Il terzo posto finale è frutto della regolarità, non di una macchina superiore. Il pilota inglese ha approfittato della VSC per chiudere terzo, ma il ritmo non era certo eccezionale, come mostrato da Antonelli.

Williams: il termometro del fallimento altrui

Albon ha concluso quinto, Sainz nono. Il primo con un sorpasso in pista su Hamilton nel finale, il secondo dopo una gara concreta e intelligente. Ma al di là dei punti, è stato il passo gara Williams a impressionare: 1’29”8 – 1’30”1, costante per tutta la gara. Nella seconda parte di gara, quando tutti gli altri lottavano contro il degrado, la FW47 sembrava rinascere.

Il merito è di una macchina con poco drag, ottima velocità di punta, un telaio più reattivo dei top team e una gestione gomme eccezionale. Ma soprattutto, Williams è riuscita a mettere insieme aggiornamenti che funzionano, strategia efficace e serenità mentale. È una squadra che lavora in silenzio, ma con idee chiare.

Che una Williams batta Red Bull, Mercedes e Ferrari in condizioni di gara pura è un dato clamoroso. Ed è lì che sta il vero verdetto di Miami: non è solo McLaren a essere davanti, sono gli altri a essere profondamente indietro.

Ferrari: il peggior weekend dell’era Vasseur

Il GP di Miami 2025 non è stato solo una battuta d’arresto per la Ferrari: è stato un’umiliazione tecnica, tattica e identitaria. Non ci sono alibi né scusanti. La pista cittadina della Florida ha mostrato con chiarezza che la SF-25 è un progetto confuso, fragile sotto pressione, e completamente incapace di reagire al cambiamento del contesto competitivo.

Fin dalle FP1 era chiaro che qualcosa non funzionava. La macchina fatica nei tratti lenti, genera troppo sottosterzo e distrugge le gomme posteriori dopo appena 5–6 giri. In gara, Leclerc e Hamilton hanno navigato per oltre 50 giri a un passo di oltre 1’31” – non per strategia, ma per pura mancanza di grip e trazione.

La degradazione delle gomme medie è stata disastrosa. Leclerc ha perso 1.5 secondi al giro già dopo 10 giri. Nella seconda parte di gara, la Ferrari è risultata più lenta anche dell'Alpine e della Haas in alcuni passaggi. La gestione del consumo è da squadra di metà classifica, non da top team. Per dare un'idea Hamilton ha chiuso a quasi 15 s da Albon nonostante il pit gratis della VSC, guadagnando 10 s sul tailandese.

Il muretto Ferrari ha dimostrato mancanza totale di reattività. Hamilton ha chiesto per

almeno tre volte il permesso di passare Leclerc tra il 22° e il 33° giro, ricevendo solo silenzi.Quando finalmente è stato lasciato andare, era ormai troppo tardi: le gomme di entrambi erano alla frutta e Sargeant aveva già colmato il gap.

Ancora più assurda la scelta di fermare entrambi i piloti con una finestra di undercut ampia a disposizione, ma senza mai tentare di anticipare gli avversari diretti. Mentre McLaren, RedBull e perfino Aston Martin hanno lavorato in modo proattivo, Ferrari è sembrata giocare in difesa.

La SF-25 non è solo poco veloce: è incoerente. Il comportamento in curva cambia da un giro all’altro. Nelle curve lente la macchina tende ad allargare l’anteriore, mentre in appoggio ad alta velocità soffre di instabilità al posteriore. Questo costringe i piloti a guidare “sopra” i problemi, aumentando il consumo e generando errori.

Hamilton ha dichiarato via radio:

"Guys, I don’t know what this car is doing anymore"

Una frase che suona come una condanna tecnica.

Leclerc, nel post-gara, si è faticato a parlare con i media. Hamilton ha abbandonato il paddock senza passare dal motorhome. Vasseur ha parlato di “weekend difficile” con toni da comunicato preconfezionato. Ma il paddock dice altro: si parla apertamente di tensione tra piloti e ingegneri, di divergenze di visione sulle direzioni di sviluppo e di una squadra spaccata in due.


Scritto da Giacomo Marzola
Foto: Formula1.com

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