FIA ALIMENTA DUBBI E POLEMICHE

La FIA ha nuovamente scosso il mondo della Formula 1 con una direttiva tecnica che, a pochi mesi dall’inizio della stagione 2025, cambia le carte in tavola sulle ali anteriori. Dopo mesi di apparente silenzio sulla questione, la Federazione ha deciso di introdurre nuovi test per limitare la flessione aerodinamica, riproponendo un tema che si pensava fosse ormai archiviato con la stagione 2024. Ma è davvero questa la strada giusta per garantire equità? O si tratta dell’ennesima scelta che creerà squilibri in griglia?
Se la FIA avesse davvero voluto garantire condizioni di parità tra le scuderie, questa direttiva avrebbe dovuto essere annunciata alla fine dell’estate 2024, quando le vetture per la stagione successiva erano ancora in fase di progettazione. Invece, l’annuncio a gennaio 2025, con i progetti ormai definiti nei CAD delle squadre, costringe alcuni team a rivedere le proprie soluzioni aerodinamiche in extremis, sostenendo costi aggiuntivi e riducendo il margine di sviluppo per altre aree critiche della vettura.
L’impatto più evidente si avrà sui top team, che da sempre spingono l’aerodinamica al limite per estrarre ogni centesimo di secondo dalle proprie monoposto. Chi aveva investito su soluzioni più aggressive per massimizzare la flessibilità regolamentare dovrà adesso rivedere il proprio approccio, mentre altre squadre che non avevano sviluppato questa area potrebbero trovarsi in una posizione di vantaggio indiretto.
L’ennesima modifica sulle ali anteriori per il 2025 rafforza l’idea di una FIA che non riesce a garantire stabilità regolamentare, creando più confusione che equilibrio. Se l’obiettivo è garantire equità, la strada da percorrere dovrebbe essere chiarezza e coerenza nei regolamenti, non cambi continui che alterano il naturale sviluppo tecnico della Formula 1.
Un regolamento deve essere stabile, non una variabile
Questa direttiva non è sbagliata a livello concettuale, ma lo è per il momento in cui viene introdotta. La Formula 1 è uno sport di precisione tecnologica, e le squadre devono poter lavorare con certezze regolamentari, senza trovarsi ogni anno a dover modificare soluzioni progettuali a pochi mesi dal via.
Sembra quasi che la FIA stia cercando di intervenire per riequilibrare artificialmente le forze in griglia, piuttosto che lasciare che siano la competizione e lo sviluppo tecnologico a determinare i valori in campo. Una situazione che alimenta dubbi e polemiche, rendendo il campionato più imprevedibile fuori dalla pista che in pista.
Se la Federazione vuole davvero migliorare il regolamento, dovrebbe farlo con un processo di consultazione più trasparente e con tempistiche adeguate, evitando questi interventi tardivi che creano incertezza, tensioni e costi inutili.
Scritto da Jacopo Dimita
Media: Formula1.com