FERRARI SF25: CON 40 KG DI BENZINA LA MACCHINA PRENDE VITA

Una delle migliori prestazioni in carriera per Charles Leclerc ha consegnato alla Ferrari il primo podio della stagione. Il monegasco ha gestito in maniera esemplare ogni fase della gara: passo gara costante, degrado gomme contenuto, e una lucidità strategica condivisa con il muretto che ha trasformato un potenziale piazzamento in una prestazione da protagonista. La SF25, profondamente rivisitata nella sua configurazione da gara, ha mostrato doti viste a sprazzi in questa stagione, riuscendo a gestire con efficacia il consumo degli pneumatici pur mantenendo un ritmo competitivo nei confronti dei top team.
Tradurre in chiave tecnica quanto visto in pista non è banale, anche perché i feedback dalle parole dei protagonisti abbiamo sempre versioni diverse. Il problema principale rimane la qualifica, dove la carenza di carico aerodinamico della SF25, specie nelle curve lente e medie, penalizza la performance. Paradossalmente, però, in gara questo limite sembra attenuarsi sensibilmente, a tal punto che il primo settore, teoricamente il più critico per la vettura, si è rivelato uno dei punti di forza.
Tuttavia il punto sembra essere un altro. Infatti confrontando il passo gara della ferrari con il riferimento delle 4 gare precedenti (Australia è stata una gara anomala per diversi fattori) notiamo un fattore ricorrente: l'improvvisa accensione del potenziale della macchina in un determinato tratto di gara: circa i 2/5 della percorrenza totale. Dopo un primo alleggerimento infatti, la vettura entra in una finestra di funzionamento ideale, in cui degrado e performance convergono positivamente.
Facciamo un passo indietro e andiamo alla seconda gara della stagione:
Cina, pia, lec
Possiamo notare come in Cina, dopo il pitstop, Leclerc sia per qualche giro più veloce di Piastri a parità di gomma, per poi plafonarsi dietro Russel e crollare nel finale anche per via dell’ala leggermente danneggiata. Un andamento molto simile lo possiamo notare sia a Suzuka che a Manama, anche se in quest’ultimo caso precisiamo come il delta di gomma tra i 2 piloti fosse un fattore non trascurabile in un circuito comunque ad alto degrado.
Arabia saudita, ver, nor, lec
Arriviamo dunque a Jeddah. I primi 15 giri sono un calvario per il pilota monegasco, dove prende in media circa 4 decimi a giro dal riferimento Verstappen. Una volta liberatosi di Russell, Leclerc ha cominciato a macinare giri veloci personali, dimostrando come in quel momento avesse una macchina nelle condizioni ideale per spingere sempre. Il monegasco e Vasseur hanno sottolineato la capacità e il grande pregio della rossa di gestire le gomme, ma questo non trova risposta nelle dichiarazioni di Charles appena 7 giorni prima. “Non potevamo montare la Soft come Russell perché noi degradiamo di più”. Sembra invece più
plausibile che una volta raggiunta la giusta combinazione tra centro di pressione aerodinamica e bilanciamento meccanico, la macchina mostra il suo vero potenziale.
Nell'ultima parte di gara infatti, pur comunque mantenendo un ritmo importante, Leclerc ha perso quello sprint della fase centrale di gara, e si è dovuto affidare alla freschezza delle sue gomme Hard (le migliori per distacco in Arabia) per tenere dietro il rimontante Norris. Il grande dubbio adesso sta se a Maranello abbiano qualche colpo in canna elementi magici, o comunque le idee chiare su come intervenire; la macchina è problematica, ma se messa nelle giuste condizioni ha dimostrato di poter tenere testa alle ambiziose dichiarazioni pre season.
Scritto da Giacomo Marzola
Foto: f1tempo.com