ANALIZZIAMO I PIT-STOP DI FERRARI E MERCEDES

ANALIZZIAMO I PIT-STOP DI FERRARI E MERCEDES

Il GP del Bahrain 2025 ha rappresentato il primo GP dell’anno in cui si sono viste diverse strategie tra i top team e non solo, in cui sono state utilizzate per la maggior parte le mescole più morbide ma anche le più dure. Il risultato finale, quarto posto per Leclerc, quinto per Hamilton, racconta solo in parte l’efficacia della SF-25, penalizzata da un evento esterno: l’ingresso della Safety Car al 32° giro, che ha compromesso l’unfolding ottimale della strategia di gara prevista a Maranello.

Approccio strategico differenziato: media al via
In fase di scelta delle mescole, Ferrari ha optato per una strategia alternativa rispetto ai diretti competitor. Mentre la maggior parte dei team ha scelto di partire su soft (C3), il Cavallino ha impostato l’avvio su medium (C2), sfruttando due elementi chiave: 

1. Flessibilità: allungare lo stint iniziale per costruire una finestra di pit più favorevole e meno congestionata.
2. Efficienza nel terzo stint: avere a disposizione la soft (C3) per il finale, con auto scarica e pista gommata, per massimizzare il grip.

Tuttavia, l’handicap immediato è stato evidente in partenza: Leclerc ha perso due posizioni, scivolando da P2 a P4, superato da Russell (Mercedes, soft) e Norris (McLaren, soft).
Considerando le caratteristiche del tracciato di Sakhir, il degrado gestibile e la trazione disponibile, Ferrari ha accettato questo compromesso in cambio di una visione più a lungo termine.

Stint 1: gestione e pazienza

Ferrari ha prolungato il primo stint su media fino al 17° giro per Leclerc, 18° per Hamilton, contro il pit anticipato di Norris (10°) e Russell (13°). Questo ha creato un delta di usura a favore della Rossa nel secondo stint, con un vantaggio netto in termini di degrado e ritmo nelle tornate centrali della gara.

Stint 2: vantaggio gomme e attacco progressivo

Nel secondo stint, Leclerc ha montato un secondo set di medie — scelta che solo Mclaren, oltre la Ferrari, aveva a disposizione tra i top team. Intanto Russell è passato su medie usate, con un passo decisamente più conservativo. L’analisi dei lap time tra i giri 19 e 31 mostra un gap medio di 0.4–0.6 secondi a favore della Ferrari, con picchi anche superiori al secondo nei giri immediatamente successivi al pit stop. L’unico giro in cui il pilota ferrari perderà sarà quello in cui tenta l’attacco a Norris, concretizzato al giro successivo.

Questo vantaggio ha permesso a Leclerc di colmare rapidamente il distacco da Russell,  arrivando in zona DRS intorno al giro 31, a meno di un secondo dalla Mercedes. Tuttavia, l’aerodinamica disturbata e il surriscaldamento degli pneumatici posteriori hanno impedito un attacco immediato. Infatti possiamo vedere come la linea gialla di colpo si alza, andando
ad acoppiarsi con quella rossa.

La Safety Car e lo snodo strategico

Proprio quando Leclerc stava costruendo l’undercut potenziale — o costringendo Mercedes a pit forzato anticipato — l’ingresso della Safety Car al giro 32 ha interrotto il flusso gara. A quel punto, le squadre hanno dovuto decidere rapidamente su quale mescola chiudere.

Scelte al pit stop:

Ferrari: hard (C1)
Mercedes: soft (C3)
McLaren: hard (C1)

Ferrari ha escluso l’opzione soft finale, ritenendola non sostenibile per 24 giri a pieno carico di carburante residuo, nonostante l’abbassamento delle temperature e il grip aumentato della pista. Mercedes ha invece optato per un approccio ad alto rischio e alta ricompensa, che si è rivelato efficace data la SC prolungata.

Stint 3: differenziale mescole e gestione degrado

Nel finale, il vantaggio teorico della soft si è concretizzato soprattutto nei primi giri dopo la ripartenza. Leclerc su hard ha tenuto un passo solido ma non sufficiente per attaccare, mentre Russell su soft ha trovato il ritmo giusto per consolidare la terza posizione. Da notare che, in condizioni normali (senza SC), Leclerc avrebbe avuto la possibilità di chiudere con media-soft, anziché media-hard, esaltando il pacchetto SF-25 nella parte di gara in cui storicamente mostra il miglior bilanciamento.

Conclusione: strategia corretta, ma il podio non era per nulla scontato.

Ferrari ha costruito una strategia con basi solide: scelta intelligente della media al via, doppio stint centrale competitivo e potenziale finale esplosivo con la soft. Tuttavia, il timing della Safety Car ha impedito l'esecuzione ottimale del piano, forzando una conclusione più conservativa. In un contesto normale, tuttavia, il podio sarebbe stato difficile.

Infatti nulla avrebbe impedito a Russel di allungare il secondo stint su M e poi montare la S usata. In questo caso l’unica arma per Leclerc di superarlo sarebbe stata l’undercut, ma abbiamo sentito anche da lui stesso come la rossa non avrebbe potuto fare tnati giri con le rosse a causa dell’elevato degrado.

C’è da aggiungere che Norris si trovava a 2s costanti dal monegasco e, con una gialla nuova, avrebbe fatto il pit a breve, facendo un undercut difficilmente contrastabile.

Comunque il quarto posto finale, pur deludente sul piano emotivo, rappresenta una conferma del potenziale tattico e di passo gara della SF-25, che, con piccole variabili favorevoli, può lottare stabilmente per le prime tre posizioni nei prossimi appuntamenti.

Scritto da Giacomo Marzola
Foto: Formula1.com

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