FEDERICO ALBANO E LE SUE ANALISI DEL GP DI SUZUKA

Nell’ultima puntata di Numbers, Federico Albano ha aperto l’analisi sottolineando quanto la gara di Suzuka sia stata estremamente noiosa. Un copione già scritto fin dall’inizio della stagione: Max Verstappen continua a fare la differenza, anche con una Red Bull non impeccabile. Il tre volte campione del mondo sta offrendo prestazioni straordinarie, dando il 200% in pista. Sempre più forte, sempre più vicino a quel Michael Schumacher con cui condivide uno stile di guida preciso, aggressivo e chirurgico.
Tra i temi caldi, già trattati in precedenza anche sul sito, torna la questione della rimozione dei supporti sotto lo skid block, decisa a partire dalla gara di Las Vegas. Una modifica regolamentare che, secondo alcuni, ha influenzato il comportamento delle monoposto in pista.
Albano è poi passato ad analizzare i dati sul mini DRS: secondo i grafici mostrati, l’impatto sulla velocità di punta è stato contenuto, ma le vetture generano più drag, costringendo così i piloti a utilizzare una maggiore quantità di energia ibrida. Un compromesso che può avere ripercussioni in gara, soprattutto in circuiti ad alto consumo.
Altro dato anomalo riguarda il degrado gomme. Il nuovo asfalto di Suzuka ha reso difficile qualsiasi previsione: a sorpresa, la mescola bianca ha funzionato meglio della gialla, un comportamento atipico per questo circuito. Trovare la causa non è semplice, anche perché Pirelli stessa segue indicazioni specifiche provenienti dagli organi competenti.
Dal punto di vista dello spettacolo, Suzuka ha offerto una gara di performance pura: un solo doppiaggio, zero safety car o virtual. Il gruppo è rimasto compatto per tutta la corsa, ma l’azione in pista è mancata.
Tra i protagonisti di giornata, spicca sicuramente Oliver Bearman: il giovane pilota ha confermato il suo grande talento, riuscendo a fare la differenza rispetto agli altri rookie. Complice anche una Haas che, pur non essendo competitiva quanto le monoposto rivali, ha permesso a Bearman di compiere quel passo in più.
Parlando di strategie, Albano sostiene che la McLaren avrebbe potuto tentare qualsiasi approccio alternativo, ma il risultato non sarebbe cambiato: Verstappen avrebbe vinto comunque. Il merito? Una combinazione di talento cristallino e strategia solida, anche se quella scelta dal team Papaya ha lasciato qualche perplessità.
Sul fronte Ferrari, resta ancora un punto interrogativo sulla prestazione di Charles Leclerc. Non è chiaro se il monegasco non abbia utilizzato la mappatura motore più spinta o se il problema sia legato al sistema di engine braking. L’unica nota positiva è che, durante il weekend, Leclerc ha mostrato una buona costanza nelle sue prestazioni.
Guardando i dati, con grande rammarico, si conferma ancora una volta che la Ferrari è la quarta forza del campionato. Tuttavia, il distacco tra Russell e Leclerc è minimo. La differenza, questa volta, l’ha fatta la stabilità del pilota Mercedes, in netto contrasto con un Leclerc troppo spesso instabile. Il monegasco ha chiuso a tre decimi da Verstappen, ma se al posto dell’olandese ci fossero stati Piastri o Norris, il gap sarebbe stato ancora più ampio: la Ferrari, in una gara di pura prestazione, resta comunque a circa mezzo secondo di distanza dai migliori.
Nonostante tutto, va celebrata la prestazione di Max Verstappen, vincitore indiscusso. Ma merita un plauso anche Leclerc, capace di chiudere quarto grazie al proprio talento, spremendo al massimo una vettura che, al momento, non sembra all’altezza delle scuderie di punta.
Infine, delusione anche in partenza: Albano ha evidenziato come ci si aspettasse scintille almeno alla prima curva, ma i primi tre piloti sono riusciti a mantenere le rispettive posizioni senza colpi di scena, anche grazie al layout in discesa del tracciato di Suzuka.
Una gara che, purtroppo, non ha lasciato il segno, se non per confermare ciò che già sapevamo: Max è su un altro pianeta.
Scritto da Christian Pio Gragnaniello
Foto: formula1.com
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