Le incertezze della direzione gara: un caso targato tutto Aston Martin

L’episodio di domenica in Arabia Saudita è solo uno dei molteplici, che si possono ricordare, in cui la Direzione Gara ha peccato di incertezza, dando l’impressione di “non avere polso”. Infatti, essa prima commina la sanzione di 10 secondi di penalità ad Alonso, revocandogli di fatto il podio e consegnandolo, invece, a George Russell; la motivazione attiene al fatto che, in base alle prove video a disposizione dei commissari, la penalità risulta non scontata correttamente, in quanto pare che il jackman posteriore abbia toccato la vettura. Tuttavia, dopo qualche ora glielo riassegna, a seguito di una richiesta di Right of review dell’Aston Martin. Il motivo? Il regolamento non stabilisce che la vettura non possa essere toccata dai meccanici in regime di penalità, ma, semplicemente, che essi non possano lavorare su di essa, cosa ben diversa. In tal modo, Alonso ha potuto festeggiare il meritato terzo posto guadagnato in pista.
Tuttavia, quello di cui è stato protagonista Alonso non è l’unico episodio dubbio.

Vogliamo parlare della Safety Car durante l’incidente di Stroll? Necessaria? Pare proprio di no: Stroll ha parcheggiato la vettura in un posto assolutamente poco pericoloso. Come mai allora la FIA ha deciso comunque di far entrare la Safety Car? La direzione ha motivato il gesto ritenendo che la posizione di Stroll, al momento del ritiro, non fosse per nulla chiara; dunque, fare riferimento sulla SC ha rappresentato l’opzione più cauta. Una domanda però sorge spontanea e naturale: non sarebbe stata più appropriata una Virtual Safety Car e poi, eventualmente, una Safety Car, senza da subito influenzare le sorti della gara?
Le domande sono tante, come del resto il malcontento rivolto alla FIA, ma le risposte sono molto poche.

 

foto Motorsport.com

Scritto da Carlotta Rossi