IL PARCO MACCHINE DI OFFICINE CAIRA PT.1: LA MARCH 761

Per tenere viva la memoria storica della F.1 e dei suoi eroi, inauguriamo oggi una nuova rubrica molto particolare; di Officina Caira e della sua storia ne abbiamo già parlato, ma a partire da oggi andremo a raccontarvi di alcune delle vetture più iconiche presenti nel loro stabilimento.
Iniziamo il nostro tour guidato virtuale con una delle più datate, la March 761. Il suo nome ha un riferimento ben preciso: i primi due numeri corrispondono all'anno del progetto, in questo caso 1976, seguita dall'ultimo numero che ne identificava la categoria, in questo caso la F.1; progettata da Robin Herd, il cuore pulsante della monoposto è il classico motore V8 Ford Cosworth 3 litri DFV, gestito da un cambio Hewland DG 400 a cinque rapporti. Per frenare i numerosi piloti che, ufficialmente o privatamente, si sono serviti di questa macchina per sfrecciare in pista hanno potuto contare su un impianto con freni a disco, mentre la struttura è composta da un telaio mono scocca in alluminio.
Nella F.1 degli anni 70 non era raro vedere a fianco delle vetture ufficiali altri identici modelli ma con sponsor diversi; tutti ricordano la famosa sponsorizzazione arancione della Beta del signor Brambilla Vittorio da Monza. Considerato uno dei migliori corridori sotto la pioggia, al volante di questa vettura nel diluvio del Fuji il pilota se la gioca con gente del calibro di James Hunt e Mario Andretti, prima di ritirarsi per un problema all'accensione.
Nell'abitacolo della 761 ci si è seduta per il solo gran premio del Brasile Lella Lombardi, l'unica donna in F.1 ad aver portato a casa dei punti iridati, mezzo punto per la precisione. Più curiosa invece è la storia di Karl Oppitzhauser: vincitore di un concorso indetto dal team Sports Car of Austria che prevedeva appunto la partecipazione al gran premio d'Austria con una 761, il pilota non viene fatto correre in quanto considerato non all'altezza di condurre la macchina in sicurezza durante la gara.
Il team ufficiale, che di gara in gara variava sponsorizzazioni, prevedeva dapprima il solo Hans Joachim Stuck, mentre a partire dal gran premio del Sudafrica ad affiancarlo ci pensa lo svedese Ronnie Peterson, fresco di divorzio con la Lotus. Tra un traverso e l'altro, Super Suede conduce la 761 alla sua unica vittoria a Monza, nel giorno del rientro dopo 42 giorni dall'incidente del Nurburgring di Niki Lauda. Superata la Tyrrell a 6 ruote di Scheckter dopo una decina di giri, lo svedese dimostra ancora una volta il feeling con la pista monzese che due anni più tardi gli spezzerà per sempre i suoi sogni andandosi a prendere la terza vittoria in quattro anni.
Questo modello viene impiegato anche per tutta la stagione 1977 e utilizzata da piloti come Brett Lunger, uno degli eroi che salvarono Lauda dal rogo, Brian Henton e il collaudatore/ingegnere Jean Pierre Jabouille. La 761 rappresenta inoltre la rinascita per un costruttore che di lì a poco avrebbe fatto la storia della F.1 con la propria squadra; dopo aver venduto la baracca a Walter Wolf nel 1976, l'anno successivo Frank Williams decide di fondare una nuova scuderia, denominandola Williams GP engineering e affidandosi proprio a questo collaudato telaio March.
Molti dicono che la storia di questo sport non interessi più a nessuno; e noi giusto per questo continueremo sempre di più a parlarne, supportati anche dal fantastico parco auto di Caira, un'autentica enciclopedia storica su quattro ruote che molte storie ha da raccontare. E che noi riporteremo più che volentieri.
Scritto da Diego Romano
Foto: logo Caira proprietà fratelli Caira, March 761 Repertorio storico