1978: LA TRAGICA MONZA DI RONNIE PETERSON

1978: LA TRAGICA MONZA DI RONNIE PETERSON

A tanti di noi sicuramente Monza ha fatto scendere qualche lacrima: lacrime di nostalgia, quando l'evento si conclude e bisogna per forza dirgli arrivederci e aspettare con ansia un altro anno; di gioia, quando il nostro beniamino vince e lo andiamo a festeggiare sotto a un podio colmo di bandiere e felicità. Purtroppo Monza ha fatto versare anche lacrime di tristezza, quando strappa improvvisamente al nostro tifo il nostro pilota preferito, quello che magari ha rappresentato la scintilla scoccata con il magico mondo delle corse.

E di persone che si sono innamorate di questo sport vedendo i traversi di Ronnie Peterson sono sicuro che ci sono, e anche di tutte le età. Veniva da Orebro, una cittadina non molto conosciuta della Svezia, e veniva chiamato lo svedese volante, o più semplicemente Super Suede. La Svezia stava diventando famosa nel mondo grazie alla musica degli ABBA, Ronnie invece avrà il merito di farla diventare conosciuta anche per la musica rombante dei motori che sapeva spingere al massimo.

Almeno fino a quel 10 settembre del 1978. Siamo nella domenica del gran premio d'Italia. La giornata che inizia per lo svedese sono quelle classiche giornate che iniziano male e che, come vedremo più avanti, terminano anche peggio. In quell'anno Peterson siede nell'abitacolo della spettacolare Lotus nera e oro, che proprio quell'anno rivoluziona il mondo dell'aerodinamica con la prima vettura a effetto suolo; è purtroppo, come da contratto, la seconda guida. Il suo compito è di non oscurare il prediletto per divenire Campione del Mondo, ossia Mario Andretti, il Piedone eroe dei due mondi. Super Suede si adegua, ma non si sente inferiore a nessuno, deve solo portare pazienza: a fine anno si trasferirà alla McLaren. Un nuovo inizio, una nuova esperienza da prima guida.

Siamo nel warm-up. A causa dell'acceleratore bloccato Peterson finisce nella sabbia con la sua Lotus 79, il modello dotato di effetto suolo. La vettura per la gara è inutilizzabile, solo il motore si salva, nonostante abbia imbarcato parecchia ghiaia. Per l'evento monzese la Lotus porta 3 di quelli modelli 79: uno per Andretti, il caposquadra, uno per Peterson, che viene danneggiato, e un muletto di riserva per Andretti; Chapman, che sempre ha avuto una gestione discutibile dei suoi piloti, non vuole sentire ragioni: la macchina di riserva rimane ferma per Andretti, non la vuole di certo dare al suo pilota dimissionario. Lo svedese per partecipare si deve accontentare del modello dell'anno prima, una 78 ai limiti del chilometraggio e che sta insieme per miracolo. 

Al via del gran premio, che come succedeva parecchie volte era piuttosto lanciato, lo svedese parte bene, ma la vettura fa sentire subito gli acciacchi della vecchiaia: a causa della frizione usurata una delle marce fa fatica ad ingranare. Lo svedese tenta in tutti i modi di farla entrare, rallentando e avvicinandosi sempre di più al lato destro della pista. Gli altri concorrenti cercano di evitarlo, ma sul rettifilo che precede la prima curva scoppia il caos: Peterson viene urtato da James Hunt, la vettura scaraventata contro il guard rail, rimbalzando poi in mezzo alla pista avvolta dalle fiamme. L'alfiere della Lotus, insieme a Brambilla che giace incosciente nella sua Surtees colpito da una ruota, è quello che riporta le conseguenze più gravi. Messo in salvo dai suoi colleghi Hunt e Regazzoni, fortunatamente è cosciente, ma l'incidente gli ha provocato importanti fratture alle gambe; ci si precipita subito al Niguarda per cercare di ridurre i traumi.

Con il pilota svedese sotto ai ferri, Mario Andretti diventa campione del mondo. E' un mondiale triste, non c'è proprio nulla da festeggiare. E purtroppo non ci sarà mai: il giorno dopo arriva come una pugnalata al cuore la notizia della morte dello sfortunato corridore a causa di un embolia lipidica.

Ronnie Peterson ci lascia così come tanti eterni gregari del suo tempo ai quali il destino ha negato una possibilità di lottare per il mondiale. Ma a differenza di molti, è riuscito a diventare la prima guida nel cuore di milioni di appassionati. Un privilegio non sempre concesso.

Scritto da Diego Romano
Foto: Repertorio storico

F1, Motorsport, Monza, History, Lotus

© F racing TV - Tutti i diritti riservati - Powered by INFOTREK

This website is unofficial and is not associated in any way with the Formula 1 companies. F1, FORMULA ONE, FORMULA 1, FIA FORMULA ONE WORLD CHAMPIONSHIP, GRAND PRIX and related marks are trade marks of Formula One Licensing B.V.