FERRARI, GRAVI RITARDI SULLO SVILUPPO SF-26

FERRARI, GRAVI RITARDI SULLO SVILUPPO SF-26

Sabato 13 dicembre si è tenuto l’attesissimo pranzo con la vecchia squadra Ferrari campione del mondo, nello storico ristorante Ca’ del Rio a Formigine. Un incontro conviviale, ma soprattutto un momento prezioso per ritrovarsi, rivedere vecchi amici e colleghi, e rivivere i tempi d’oro della Scuderia.

Tra i presenti non mancavano figure storiche dell’ingegneria Ferrari come Pino D’Agostino, Ignazio Lunetta e molti altri tecnici che hanno scritto pagine importanti della storia del Cavallino. Allo stesso tavolo, però, sedevano anche ingegneri e colleghi ancora oggi operativi in pista, appena rientrati da Abu Dhabi, tra ultimo Gran Premio della stagione e test post-campionato.

Ed è proprio parlando con loro che il clima nostalgico ha lasciato spazio a riflessioni decisamente più preoccupanti.

2026: poche certezze e tanta preoccupazione

Alla domanda sul campionato 2026, le risposte non sono state incoraggianti. Dai reparti tecnici emerge scarsa fiducia, legata soprattutto ai ritardi nello sviluppo. A gennaio si andrà  finalmente al banco prova, ma il tempo perso viene considerato un fattore serio e allarmante., soprattutto perché la nuova SF-26 verrà presentata dal 20 gennaio in poi ( fonti ufficiali) 

A quel punto ho citato le recenti parole di Frédéric Vasseur, che in un’intervista aveva dichiarato:

“Il 2026? Saranno fondamentali lo sviluppo e la capacità di crescere rapidamente. Melbourne non darà subito un quadro chiaro”.

La domanda è stata inevitabile: di chi è la responsabilità di questi ritardi? È colpa di Vasseur?

La risposta, accompagnata da sguardi perplessi, è stata chiara:

“Non proprio. Il problema è più in alto. Manca organizzazione tra i reparti.”

In poche parole, è emerso che una parte di responsabilità può ricadere su Vasseur, ma la quota maggiore sembra appartenere ai livelli dirigenziali superiori, fino alla presidenza.

Per sdrammatizzare ho buttato lì una battuta: “Avete sentito che Elkann forse vuole vendere la Juventus?”

La risposta, ironica ma amarissima, è stata:  “Magari vendessero anche noi. Andremmo meglio e potremmo tornare a vincere.”

 

Sospensioni: ritorno al push rod e il “caso Hamilton”

Le domande, ovviamente, non erano finite. Un altro tema caldo riguardava le sospensioni: è confermato il ritorno al push rod, abbandonando il pull rod dopo appena una stagione.

La conferma è arrivata. Ma la domanda successiva era inevitabile:

“Perché abbandonare il progetto pull rod dopo solo un anno? Non è stata una perdita di tempo?”

La risposta ha rafforzato una tesi che circolava da tempo:
la scelta del pull rod sarebbe stata fortemente voluta da Lewis Hamilton, ancora prima della firma del contratto. In sostanza, Lewis avrebbe chiesto quella soluzione tecnica come condizione preliminare, pur non avendo mai trovato  nel 2025 un vero feeling con la SF-25.

Una decisione che oggi, col senno di poi, viene vista internamente come un compromesso costoso in termini di tempo e sviluppo.

Power Unit: tre incendi e sviluppo in affanno

Passando al reparto Power Unit, ho chiesto conferma sulle voci insistenti riguardanti alcuni motori andati a fuoco. Anche qui la risposta è stata netta:

sì, è tutto vero.

Ben tre motori, nella cella numero 4, hanno preso fuoco, rendendo necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco.

La domanda successiva è stata spontanea:
“È successo perché si stanno cercando i limiti?”

La risposta è stata più articolata: si cerca sicuramente il limite, ma il problema principale è un altro.

Anche in questo reparto lo sviluppo è in ritardo e la fiducia non è alta. Si sta lavorando intensamente per ridurre il gap, soprattutto rispetto a Mercedes, che a Maranello viene considerata molto più avanti, con l’obiettivo dichiarato di sperare di arrivare competitiva già a Melbourne.

Un déjà-vu che fa paura

Dopo una lunga chiacchierata con ex colleghi e nuovi contatti – che potranno rivelarsi preziosi anche in futuro per notizie affidabili – una sensazione è diventata sempre più chiara:

la fiducia nel 2026 è molto bassa anche all’interno.

Il timore è quello di vivere l’ennesima stagione di transizione, accompagnata dalla solita frase che i tifosi Ferrari conoscono fin troppo bene:
“Si vincerà l’anno prossimo.”

 

Scritto da Fabio Paradiso 
Foto: formula1.com

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